martedì 1 novembre 2011

Perchè si scrive ... secondo Baricco

Per chi, come me, odia mangiare pasti che si sono raffreddati ed interpreta i programmi televisivi serali come un sottofondo monotono alla cena, il fatto di indugiare davanti ad un piatto di pasta fumante per ascoltare il monologo di uno scrittore alla TV dovrebbe rappresentare una condotta più unica che rara. Ma non impossibile, ed infatti è successo sabato sera durante la puntata di Che tempo che fa.
Ospite di Fazio, Alessandro Baricco ha presentato un suo intervento sul tema della scrittura.
Alessandro Baricco: c'è chi lo ama e chi lo odia, chi lo trova sottile, etereo, profondo e chi invece lo accusa d'essere retorico, vanaglorioso, pieno di sé (per rendersene conto è sufficiente leggere qualche recensione ai suoi libri su Anobii)
In questo caso trovo molto giusto distinguere il Baricco-scrittore dal Baricco-"divulgatore", perchè guardare questo video con gli occhi ofuscati dal pregiudizio, senza assaporarne la bellezza, sarebbe un vero peccato.
Del suo intervento riporto solo la conclusione, che mi ha decisamente stregato perchè sintetizza alla perfezione cosa si nasconde dietro ad verbo semplice come SCRIVERE.

Leggiamo libri perché ci cambiano la vita.
Leggiamo libri perché ci conducono alla verità.
Leggiamo libri perché impariamo un sacco di cose.
Leggiamo libri perché ci troviamo i nostri sentimenti.
Ma scriviamo libri, ogni tanto, con un'altra idea.
Scriviamo libri e quel che facciamo è: scegliere tra quanto di più raro c'è nell'universo e di più caro c'è nel nostro animo.

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