martedì 11 ottobre 2011

C’era una volta una bella newsletter

Se è vero che ogni giorno nel web circolano quasi 190 miliardi di e-mail, mi piacerebbe tanto sapere quante fra queste contengono newsletter.
Non c’è sito o blog aziendale ormai che non abbia la sua area di registrazione dedicata, purtroppo però, non sempre le newsletter rispecchiano le aspettative degli iscritti. Vuoi per la grafica non curata, vuoi per i contenuti “pesantissimi” o composti di sole immagini (vedi Trenitalia – Cartafreccia), vuoi per le tematiche scarsamente accattivanti (vedi UltimEnel: novità istituzionali sull’azienda ma nulla di concretamente interessante per il cliente) o per la tempistica inappropriata. In questi casi lo spazio che intercorre tra l’apertura dell’e-mail e un click sul tasto “elimina” è infinitesimale.
A volte ho l’impressione che la newsletter sia colpita dallo stesso eccesso di presenzialismo che attanaglia il mondo dei social network, ovvero così come: “se non hai una pagina Facebook, Twitter e Linkedin non sei nessuno”, così “se non hai una newsletter non sei una vera azienda/ente/blogger”.
E’altrettanto vero però che le belle sorprese solitamente arrivano non dai soliti noti, ma da realtà che potremmo definire “di nicchia”.
Un esempio?
Eulab Consulting, società romana di specializzata in consulenza IT, ricerche di mercato e formazione. La loro newsletter presenta diversi punti di forza:
- Breve: quattro leggerissime pagine in pdf scaricabili dal sito e quindi sempre disponibili.
- Specializzata ma non elitaria: E’ diretta ad un target ben selezionato, ma presenta contenuti accessibili a chiunque sia interessato alle materie trattate.
- Originale nel lay-out: ogni uscita tratta uno specifico argomento, diviso in tre percorsi, rappresentati graficamente da tre diverse linee della metropolitana, che a loro volta si snodano lungo fermate/parole-chiave. Nessuna immagine a colori, tranne i loghi, solo smile e clip-art molto immediati.
- Sommari a bordo pagina: a sinistra (e quindi nell’area in assoluto più letta – Nielsen docet) vengono riassunti i contenuti principali dell’articolo e le possibili soluzioni da adottare.
Sicuramente a fronte di tanti “pro”, si possono riscontrare anche dei “contro”. Per esempio il testo dell’e-mail che accompagna il link alla newsletter: non è personalizzato (si apre con un generico “Gentile collega”) e presenta un tono formale e distaccato.
Altri buoni esempi, best practice? Postatele qui sotto!

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