Vita da (neo) blogger

Lo ammetto: la mia frequentazione e vera passione per il mondo dei blog è solo recente.
Nel 1996 frequentavo il liceo, e il solo fatto di possedere un portatile e una stampante a getto d’inchiostro a colori mi catapultava immediatamente nell’Olimpo della tecnologia e, stando ai giudizi dei miei coetanei, faceva di me “una avanti”. L’accesso casalingo ad internet, che in quegli anni in Italia stava muovendo i primi passi, per me era solo un miraggio. A casa il primo modem da 56 K sarebbe arrivato solo nel 1998.
Non ho usato Video On Line né chattato su Digiland, la prima chiacchiera on-line per me è arrivata con Messanger (che ora mi sembra archeologia digitale), mentre confesso (non senza vergogna) che la mia prima esperienza in un forum risale a circa tre anni fa.
Sono tutto fuorché una veterana dei social media.
Malgrado tutto, è proprio questo che mi piace tanto del web 2.0: la sua assoluta democrazia.
Non è necessario aver passato pomeriggi di (finto) studio su un Commodor 64 per aver diritto ad aprire un blog o un profilo in un social network, è sufficiente avere la voglia e il tempo di leggere le istruzioni e sperimentare un po’ (o avere un buon amico/collega che ne sa più di te!). Certo, sistemisti, ingegneri e programmatori sapranno sicuramente trarre il massimo da ogni singola applicazione, ma se quello che conta è arrivare on-line, comunicare e condividere, fino a prova contraria, non è necessario essere degli hacker.
Circa due anni fa ho cominciato a ficcare il naso nella vita e nel lavoro degli altri (anzi viceversa) scoprendo, prima da mera osservatrice e poi da mediocre fruitrice, che la blogosfera vive di poche e semplici regole, non più catalogabili sotto il nome di netiquette (anche se personalmente, per quanto obsoleto, salverei molto del vecchio web-galateo):
1.   I blog sono in continua evoluzione, e non solo nella grafica, ma anche nei contenuti: si comincia con il parlare di cucina e si finisce a filosofeggiare di politica, si apre uno spazio per presentare le proprie creazioni artistiche e alla fine si discute di matrimoni e divorzi. I lettori vanno e vengono, portando con loro non solo un personale bagaglio di opinioni e commenti, ma anche e soprattutto ispirazione e motivazione per l’autore.
2.   L’autore del blog è un sovrano assoluto del suo piccolo regno virtuale: amministra le tematiche, modera i commenti, comprime o enfatizza la rilevanza delle opinioni altrui, si gongola nei complimenti (su coraggio, a chi non fanno piacere!), ma per essere onesto non cestina le critiche. In termini tecnici il blog viene definito un mezzo di comunicazione assimetrico, “una monade pubblica controllata dall’autore e molto ben collegata” (cit. M.De Baggis), e come sostiene una nota scrittrice e blogger, mia omonima: “non parlate di censura perché siete a casa mia!”.
3.   I blog sono esseri animati, quindi seguono il normale ciclo della vita: nascono, crescono, maturano e muoiono. Del proprio blog è necessario aver cura, ma non è detto che sia per sempre. In ogni caso preferisco dei “trapassi” dignitosi (vedi “Ora del decesso” – Maestrini per Caso) all’inevitabile deperimento della trascuratezza.
Frequentando i più vari ambienti on-line e dividendomi tra interessi personali ed esperimenti (para) professionali, sono diventata mio malgrado una (neo) blogger con due anime, una sorta di essere bicefalo, incapace di coniugare lavoro, ovvero studio, impegno, dedizione e analisi, con il privato, ovvero amicizia, esperienze, passioni, legami e frivolezza. A voler essere taoisti soffro di una strana forma di yin e yang virtuale.
Non paga dunque di gestire un mio blog personale, in cui cerco di descrivere le piccole alchimie del mondo della comunicazione che mi capitano sotto gli occhi, ho messo in piedi (o meglio in rete) insieme a due amiche/colleghe/corrispondenti uno spazio più intimista di confronto su esperienze diverse e lontane, soprattutto geograficamente (viviamo in tre diverse città: Los Angeles, Roma, Padova).
In questo modo, almeno per il momento, sento d’aver soddisfatto entrambe le mie anime, senza eccessivi traumi.

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