giovedì 3 marzo 2011

Manuale d’amore (per la lettura): l'aNobii in carta e colla

Sono sempre stata un po’ maniaca della manualistica, non della serie bricolage, cucina o giardinaggio, ma del genere che mi porta a comprare un libro sull’argomento ogni qual volta mi avvicino a qualcosa di nuovo. Il solo fatto di leggere qualche pagina a proposito di una determinata materia mi alleggerisce sempre un po’dall’ansia che mi prende all'inizio di una nuova avventura, mi sento a posto con la coscienza, e poi la lettura non mi pesa affatto, e quindi certi traning sono proprio un piacere.
Così è stato qualche settimana prima del mio primo stage in azienda, quando sapendo che avrei lavorato a fianco del direttore marketing, ho acquistato e “divorato” l'opera omnia di Kotler, e così è tutt’oggi ogni qual volta programmo un viaggio o sto per visitare una mostra: ancora prima di comprare i biglietti ho già studiato, sottolineato e disseminato di post-it l'intera guida.

Niente da fare dunque, per me i libri, in tutte le loro forme, sono inseparabili compagni fisici, tangibili, trasportabili, l'esatto opposto delle pagine web, le quali pur utilissime ed irrinunciabili per chiunque ormai, sono eteree e fragili; è infatti sufficiente una connessione difficile o un wi-fi protetto a prezzi spropositati a rendere inaccessibile la grande rete

Ho accolto quindi con un certo entusiasmo l’uscita di “aNobii – Il tarlo della lettura”, non conoscendo bene la piattaforma e frequentandola solo sporadicamente, il libro ad essa dedicato mi è subito sembrato un buon modo per fare una prima conoscenza cartacea del più famoso social network per lettori accaniti, e magari trarne anche qualche utile consiglio per gli acquisti. aNobii è per me un pianeta semi-sconosciuto, e come tale va “scientificamente” studiato, partendo, secondo le mie abitudini, dal suo manuale, appunto.
Quando sono andata a cercarlo in libreria, devo dire che due cose soprattutto mi hanno colpito:

- La grafica onirica: difficile trovare nei libri “da grandi” delle illustrazioni così fantasiose ed evocative, a meno che non si parli de “Il Piccolo Principe“ o di graphic novel.

- Una piccola rivincita, un capovolgimento culturale contenuto in una frase del retro di copertina: “Ma i Lettori, chi sono? Senza di loro, non esisterebbero né autori, né storie da raccontare. In questo libro (compilation, ipertesto, raccolta, chiamatelo come più vi piace) trovate i Lettori. Quelli che si sparano decine o centinaia di chilometri per accorrere ai festival letterari, quelli che i libri li divorano, li strapazzano, li leggono (e perdono) in metropolitana, li valutano a peso, aspettando che escano in economica, li sistemano in libreria accostando i dorsi per colori, o per casa editrice, o chissà per quali arbitrari criteri. Quelli che amano carnalmente ogni libro, ma ne odiano sistematicamente alcuni.” Come non ritrovarsi? Come non essere orgogliosi di un tale benevolo ritratto?
E così l’ho comprato.

Scoprendo poi, che una buona fetta di aNobiiani - doc l’aveva bocciato senza possibilità di appello; le recensioni parlano chiaro: un libro inutile, un’autocelebrazione dei lettori scelti dagli autori, una raccolta di scelte arbitrarie, un’operazione commerciale, etc…
Ammetto di averne letto solo qualche pagina, ammetto che la mia visione di aNobii è quella della “non frequentante”, ammetto che la curiosità è forte.
Malgrado questo, ammetto anche che la mia prima impressione è molto vicina, anche se ovviamente in tono meno entusiasta, a quella semplicissima espressa da Julie* che il 27 novembre 2009 nella sua recensione al Tarlo della lettura scriveva:
"E' avere aNobii in mano, avere un aNobii di carta! Non c'è tutto, ma è una bella fettona, da tenere sul comodino e da portare sotto le coperte prima di andare a dormire.

Firmato: la Compratrice Casuale