Quello che possiamo fare noi
onsite, cioè direttamente sul sito, non è molto. Una fettina del 20%. Tutto il
resto dipende da quanto piaceremo al resto del mondo, se vorrà linkarci,
citarci e parlare di noi”.
Meritocratico.
Ecco qual è stata la prima parola che mi è venuta in mente quando ho
letto il post che Luisa Carrada ha pubblicato sul suo blog, riprendendo le
raccomandazioni di Piersante Paneghel di Search Brain nella sua relazione al
Web Marketing Fundamentals.
Finalmente qualcuno lo dice chiaro e tondo: al di là dei “trucchetti”,
il vero SEO si fa con la qualità dei contenuti, che devono essere:
- Chiari
- Precisi
- Senza errori
A voler essere del tutto onesti, anche Alessandra Farebegoli si è più
volte sgolata sull'argomento durante il Digital Update veneziano, al quale ho
partecipato lo scorso ottobre, continua a farlo sul suo blog e di sicuro non è l'unica.
Il suo: “FORSE le persone
vogliono acquistare “raffinate emozioni” ma SICURAMENTE poi googlano “divani in
pelle” è diventato un must, che sintetizza la necessità di pensare alle
vere esigenze dell’utente e non solamente alla nostra vanagloriosa smania di
essere “leader del mercato”.
E’ovvio che alcune accortezze rimangono valide:
- Attenzione al Tag Title e alla Tag Descrition
- No alle interfacce in Flash e alle parole-chiave infilate a casaccio
- Creare testi dei link “naturali” dentro al testo, non necessariamente circondati da keyword.
come del resto ci insegnano gli esperti qui, ma almeno per ora, sembra vincere il lato “umano”
del web … per fortuna.