Lo stato di immobile attesa nella monotona hall di un hotel in un lunedì piovoso, che segue una domenica altrettanto grigia e piovosa, non può che portare l’occhio a cadere sul titolo di fondo del Corriere: “Elogio alla noia (che rende creativi)”, incuriosita scorro il quotidiano e arrivo a pagina 23, dove trovo il sottotitolo, che si conforma perfettamente al mio stato e alla sensazione che il weekend mi ha lasciato: “… quei pomeriggi che ci hanno resi creativi”.
L’inglese Teresa Belton, esperta di problemi dell'infanzia e dell'apprendimento, ha messo finalmente, numeri e statistiche alla mano, nero su bianco una delle teorie che da sempre, ma senza alcun supporto scientifico, sostengo: i bambini non devono assolutamente essere privati del tempo per annoiarsi, ovvero del dolce far niente che lascia spazio alla costruzione di castelli in aria e alle fantasie più incredibili.
La frenesia di voler impegnare all'infinito i pomeriggi e i fine-settimana di bambini e ragazzi esprime spesso la volontà dei genitori di mettersi la coscienza a posto: “mio figlio è al corso di nuoto; di lui si occupa l’istruttore”, ovvero cuore in pace fino a cena.
Così facendo però, come sostiene nel suo bellissimo commento lo scrittore Emanuele Trevi, si toglie uno spunto importante per la creatività di una mente in formazione: la possibilità di progettare un sogno, un ideale fantastico, un qualcosa che non sia necessariamente pre-costituito da baby-sitter, maestre, allenatori & Co, quelle che l’autore chiama appunto “sterminate miniere della noia”.
Quanti interminabili pomeriggi di disegni, storie inventate, personalissime ricostruzioni delle favole sono preclusi a questi bambini super-impegnati dalla mattina alla sera.
Ma Trevi va oltre, nella sua analisi, fornendoci uno spunto più profondo e inatteso, ben espresso in tre semplici righe:
“Ma se non ci annoiassimo, cosa mai avrebbe il tempo di diventare davvero importante per noi? Solo la lentezza e la mancanza di distrazioni acuiscono la sensibilità, aumentano il grado e l'intensità dell'attenzione”.
Ed è proprio di questa “metafisica noia domenicale” che la sottoscritta, adulta vaccinata, sente un po’ la mancanza …